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"Non Capisco"

Piccole tragedie quotidiane nel magico mondo dell'IT

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Piccole tragedie quotidiane nel magico mondo dell'IT

La mia banca era differente

Sammy Jankis, 21 Gennaio 2010

Dopo i precedenti racconti circa la mia Banca ed il giuramento (al quale fino ad oggi ho dato seguito) di non mettere mai più piede nella filiale (per la verità  volevo chiudere il conto, però mi fu impedito ed in effetti l’ultima decisione non poteva essere mia), rimase per me il problema di dover versare un assegno al mese sul conto corrente di mia madre.

Il problema venne risolto andando a versare il suddetto assegno nella mia filiale a nome di mia madre. Grazie a questa occasione ho potuto stringere amicizie (pur sempre di sportello, ma sempre amicizia si tratta) con gli operatori, pertanto mi facevano versare l’assegno senza troppe storie e senza chiedere nulla. Quello fu il momento più felice per me.
Ovviamente sembrava troppo bello per durare a lungo.
Banca Intesa un bel giorno si fuse con la San Paolo, diventando l’ennesimo mega-gruppo in corsa alla dominazione del globo: la mia filiale venne chiusa ed assorbita da quella più ampia della San Paolo; persi di conseguenza i miei contatti allo sportello e diventai, nuovamente, il cliente anonimo che va in banca ad effettuare operazioni.
Subito dopo le prime “nuove” esperienze nella nuova filiale elaborai una teoria: c’è un solo modo per entrare in banca con la certezza di concludere un’operazione, ovvero andare a rapinarla.
Si, perchè non avete neanche la minima idea delle difficoltà  che incontrai per versare un maledetto assegno.
In primo luogo le distinte di versamento (che non ho mai compilato in vita mia) dovevano essere firmate da mia madre. Ciò implicava portarne a casa una scorta, non il massimo della comodità , e comunque dover ritornare in banca almeno una seconda volta, visto che quasi mai ne ho dietro una quando mi serve. Inoltre alcune volte mi venne contestata (anche, se devo dire, senza troppa insistenza) l’originalità  della firma di girata.
Insomma, io andavo per versare dei soldi e ogni santissima volta dovevo superare il Castello di Takeshi per completare l’operazione.
Ad ogni modo la Soluzione arrivò dalla tecnologia che, come spesso accade, aiuta in quello che l’essere umano non è in grado o non ha voglia di fare (in genere il suo lavoro).
Affianco agli sportelli, dove razzolavano gli operatori, per caso un giorno notai un’enorme macchina che assomigliava ad un Bancomat.
In effetti era un Bancomat ma, con stupore, un giorno notai un signore arrivare e versarci dentro un assegno. Senza fare un secondo di coda. Meraviglia!
Da quel momento smisi di andare allo sportello e versai il mio dannato assegno sempre e solo da questo meraviglioso strumento. Zero coda, zero problemi, zero lentezze, massima efficienza. In un minuto circa facevo la mia operazione e uscivo, guardando con bieca superiorità  la gente in coda.
Un giorno nefasto arrivai in banca e, con orrore, notai la macchina delle meraviglie temporaneamente fuori linea. Pazienza, una volta tanto passare allo sportello non è la morte di nessuno.

Buongiorno dovrei versare questo assegno su questo numero di conto

La tipa comincia a squadrarmi.

– A chi è intestato il conto? –
– Alla signora XXXX, mia madre –
– E quando è nata? –
– Come, quando è nata scusi? –
– Si, quando e dove è nata? –

E così l’operatrice iniziò la cerca di mia madre tra tutti i clienti Bancaintesa-Sanpaolo d’Italia. Forse del mondo, a giudicare dal tempo impiegato.
Ovviamente darle il numero di conto sarebbe stato troppo facile, forse l’operatrice preferiva giocare ad Indovina Chi con il suo terminale.

– Non so se lei può fare questa operazione… –
– Veramente io posso fare tutto meno che chiudere il conto –
– Eh allora mi sa che non può versare l’assegno –
– Quindi, quando dite che uno può fare tutto meno che chiudere il conto intendete che non può versare neanche gli assegni… insomma non sto chiudendo il conto… anzi… dovrei poterlo fare. –
– Eh si, guardi deve venire sua madre –

Nel frattempo la macchina delle meraviglie torna in linea.

– La ringrazio, è stata molto gentile –

Mi giro, verso l’assegno e me ne vado. Amen.

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